Nella mentalità comune di chi vive in Italia, la Corsica è un’isola bella e selvaggia che ha bellissime spiagge dal nome esotico, ormai rinomate. Per noi non è così!
Per noi la Corsica è tutt’altro: le spiagge sono solo una piccolissima percentuale della sua superficie, un po’ come il perimetro di una figura geometrica che ne racchiude il contenuto. A noi interessa proprio questo contenuto e ve ne vogliamo parlare. All’interno di questo limite è racchiusa una bellezza che va oltre ogni aspettativa; spesso, a pochi chilometri dal mare, è possibile guardarsi intorno e rimanere sconvolti dal mistero della natura.
Dopo più di 14 anni di assidua frequentazione professionale e sportiva dell’Île de Beauté, possiamo dire con orgoglio che per più della metà delle volte, il mare l’abbiamo visto solo dal traghetto. Una volta sbarcati, quella terra non era più un grande scoglio di granito in mezzo al Mediterraneo, ma una terra quasi infinita da scoprire e da riscoprire; a volte ci si rende conto di essere su un’isola soltanto perché il mare riempie a 360 gradi il panorama, osservandolo dalla cima di una montagna innevata.
Ma quello di cui vi vogliamo raccontare riguarda i gioielli più nascosti e preziosi dell’isola: gole, forre e cascate, spesso impressionanti e nascoste, tra le più belle e particolari incontrate in Europa.
La Corsica è una terra granitica, con una grande quantità di acqua di superficie che scende da alte montagne innevate (fino a 3.000 m) almeno fino a giugno inoltrato. La grande quantità d’acqua di superficie, almeno se paragonata alla sua vicina Sardegna, ha scolpito il duro granito in forme e fogge di rara bellezza, quasi aliene per un occhio non abituato. I nomi esotici che individuano questi canyon — Purcarraccia, Baraci, Piscia di Gallu — vi rimarranno impressi indelebilmente nella memoria se avrete avuto la fortuna di percorrere queste gole.
Canyoning alla Purcarraccia
Quella di cui vi voglio parlare oggi è proprio la Purcarraccia, quella che io considero una delle forre più belle d’Europa. Il percorso si trova nella valle che precede i primi contrafforti dell’Aiguille de Bavedda, uno dei posti più magici dell’isola ed uno dei must da visitare per chi viene per la prima volta sull’isola.
Un anonimo tornante di una strada di montagna nasconde un piccolo sentiero di accello alla valle che ospita la forra. Fin da subito sembra di entrare in un bosco elfico, mentre si procede in uno stretto tunnel formato da fitti e contorti arbusti — la famosa maquis Corsa — che si aprono all’improvviso su una panorama maestoso, come se il tunnel fosse una porta dimensionale che si apre su un altro mondo.
Qui ci si addentra in una valle selvaggia e bellissima che, avvicinandosi a tratti al torrente che la percorre, vi fa assaporare quella che da lì a poco sarà una splendida avventura, fatta di tuffi e scivoli in pozze color smeraldo e di cascate mozzafiato che aspettano solo di essere discese.
Ed eccoci qui, con muta, casco e imbraco, pronti per il primo toboga (scivolo naturale) della giornata e pronti per vivere un’esperienza in cui la realtà supera la fantasia.
Oltre questo non si può descrivere, né con le parole, né con le immagini: bisogna fare esperienza di queste emozioni.
Canyoning a La Vacca
Percorrendo il tornante successivo, da Solenzara in direzione di Bavella, la Corsica ci regala un’altra sorpresa: il canyon de La Vacca.
Questo percorso, molto affollato di commerciali durante l’alta stagione, è considerato uno dei più bei canyon di iniziazione per via della sua lunghezza (pochi ostacoli che possono essere fatti anche in poco tempo), della bassa difficoltà e del fatto che porta sempre acqua, anche in estate. In effetti, più che un canyon, si tratta di una profonda gola in cui scorre un vero e proprio fiume. Allo stesso modo di un fiume, però, presenta caratteristiche peculiari che lo rendono estremamente pericoloso in caso di pioggia o nel caso in cui si sottovalutino i rischi specifici di un fiume (per esempio i sifoni).
Disceso in condizioni normali, però, insieme a una guida canyon ovviamente se si è principianti, è uno dei grandi classici che non possono assolutamente mancare in chi visita questa parte dell’isola.
Anche in questo caso, l’avvicinamento avviene all’interno del maquis Corso e ci introduce in un ambiente talmente bello da apparire quasi alieno. Qui gli odori tipici di una pineta si mescolano piacevolmente con essenze di rosmarino e ginepro di cui questa zona è ricca. Dopo una ventina di minuti a mezza costa, una ripida discesa permette di raggiungere il greto del fiume, dentro una gola di rara bellezza.
Una breve camminata nel fiume ci accompagna fino alla prima cascata, superabile – per chi vuole – con un tuffo in una pozza profondissima. Non lanciateci mai qualcosa di non galleggiante, sparirebbbe per sempre nella fessura granitica che si incunea nella montagna per decine di metri. Sarebbe interessante farci un giro con un paio di bombole per raccogliere tutto il materiale caduto alle migliaia di clienti che ogni estate percorrono questa forra.
Da qui, dopo un centinaio di metri, avrete l’onore di tuffarvi dalla cascata più famosa della Corsica; una caduta che si apre come un ampio sorriso lungo questo tratto di fiume e che è possibile ammirare solo percorrendo il torrente. La sua bellezza e i suoi colori sono diventati il simbolo di Recovery Energy.
Un susseguirsi di tuffi, disarrampicate e cordate in angoli sempre diversi, con stretti corridoi che si aprono su meandri con pozze di tutte le sfumature dello smeraldo, vi accompagnano fino al corridoio finale e a un facile tuffo di pochi metri. Ma sia chiaro: i tuffi non sono mai obbligatori, c’è sempre un’alternativa!