In queste poche righe – e senza pretesa di esaustività – vorrei parlare della pratica del canyoning (o torrentismo) inteso non come pratica sportiva, ma come pratica educativa. Per educazione ci riferiamo a quello che è l’ambito dell’educazione informale e dello sviluppo delle competenze trasversali di adulti e giovani.
Il valore formativo del canyoning
Da molti anni esiste una vasta letteratura che parla del valore educativo delle attività all’aria aperta in generale e dei cosiddetti sport d’avventura (anche se non concordo molto con questo tipo di definizione). Il canyoning, così come la scalata, rientrano in quest’ambito e credo che più di altri sport di avventura si possano considerare strumenti educativi versatili, attraverso cui l’educatore o il formatore può lavorare contemporaneamente sul singolo e sul gruppo.
Non parliamo del valore formativo del canyoning in quanto sport, piuttosto del torrentismo come uno strumento per raggiungere obiettivi educativi specifici nelle nella ambito psicologico, sociale, fisico e tecnico/contenutistico.
Dal punto di vista fisico, trattandosi di uno sport, si lavora naturalmente sulla forma fisica, ma anche su equilibrio, coordinamento, e una maggiore consapevolezza del proprio corpo.
Dal punto di vista tecnico/contenutistico, il torrentismo consente di lavorare sulle varie manovre di corda e sull’acquisizione di un contenuti teorici con ricadute pratiche, come per esempio la meteorologia, la geologia, idrologia, cartografia, botanica e zoologia.
Il torrentismo e lo sviluppo di competenze trasversali
Le competenze trasversali legate alla pianificazione e il problem solving sono ulteriori capacità che il canyoning permette di sviluppare. Pensiamo per esempio ai molteplici fattori che vanno presi in considerazione nella preparazione di un uscita: meteo, distanza, tempi, dislivelli, condizione fisica dei partecipanti, numero di partecipanti. Gli imprevisti che possono accadere, così come la analisi stessa dell’ostacolo da superare con le tecniche più adeguate, insegnano ad analizzare il problema e mettere in atto le strategie migliori per la sua risoluzione.
Il canyoning nello sviluppo della psicologia
Da un punto di vista psicologico il torrentismo consente di lavorare sull’autostima, autonomia e benessere personale. Utilizzando gli ostacoli che si devono superare durante la pratica sportiva è possibile porre sfide/compiti all’individuo in modo da poter lavorare su un miglioramento della propria autostima che a sua volta accresce il senso di autonomia, e quindi di benessere. Inoltre, l’importanza che ha il gruppo in questo sport permette appunto di utilizzare il gruppo stesso per lavorare sull’individuo sia in termini di autostima che di leadership e comunicazione.
Il torrentismo per lo sviluppo dell’ambito relazionale
Da un punto di vista sociale, il torrentismo consente di lavorare sul gruppo nel suo insieme ed in particolare nelle aree della cooperazione, comunicazione e integrazione. Per una progressione fluida, sicura e veloce sono importanti la cooperazione e il coordinamento tra i membri del gruppo. Si pensi per esempio quali sono gli elementi affinché una buona progressione a cingolo funzioni o semplicemente il coordinamento e comunicazione necessari tra chi sta in sosta e chi scende in una pozza problematica per allestire una teleferica. Infine, affrontare ostacoli insieme e in un ambiente ostile, favorisce lo sviluppo di un positivo senso di appartenenza basato sulla condivisione di emozioni ed esperienze. Non ultimo, le difficoltà presenti nell’ambiente fisico in cui si svolge l’attività, e la necessità di superarle, spingono verso atteggiamenti di tipo cooperativo, dato che la soluzione raramente è in mano ad un solo individuo.
Il canyoning: uno strumento educativo
In conclusione, il canyoning si caratterizza come strumento educativo che consente di:
- sperimentare ed apprendere in un ambiente fisico e sociale differente;
- lavorare sulla formazione di attitudini e valori che possono portare a cambiamenti positivi nei comportamenti dei singoli;
- fornire un mezzo con cui l’individuo possa misurarli a livello personale (in maniera non competitiva) e sociale (relazione con il gruppo)
- sviluppare una maggior consapevolezza dei propri punti di forza e debolezza.
Starà quindi al singolo educatore/formatore decidere in base agli obiettivi che vuole raggiungere, o ai bisogni formativi rilevati, modificare leggermente le regole della pratica sportiva per lavorare più su un aspetto che su un altro.
Insomma, la bellezza del canyoning non risiede soltanto negli ambienti fisici che si attraversano, o nella pratica dello, quanto piuttosto nel valore educativo/formativo che ha per l’individuo e il gruppo.