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La Foresta Nera: un paradiso per l’escursionismo

La Foresta Nera: un paradiso per l’escursionismo

Indice

La prima volta che ho sentito parlare della Foresta Nera?
Sicuramente da bambina, quando mi venivano lette le favole dei fratelli Grimm e associavo le storie a boschi selvaggi, temibili e bui, pieni di streghe, boscaioli e folletti.
Poi sono cresciuta, le immagini fantasiose sono state attutite dalla ragione e ho iniziato a documentarmi meglio. Quello che è rimasto, è stata una grande curiosità, che mi ha spinto ad indagare meglio e a recarmi direttamente sul posto.

Foresta Nera, Germania

Così ho scoperto questa regione a sud-ovest della Germania, non lontana da dove ero nata e cresciuta ma comunque lontana da tutto perché ha un animo tutto suo, sia per la sua morfologia che per tradizioni e spirito della popolazione che la abita.

Perché si chiama Foresta Nera

È stata chiamata “nera” dai romani perché la sua vegetazione era, oltre che fatta di alberi di colore verde scuro, anche talmente fitta da non lasciar passare i raggi del sole. Ed effettivamente è ancora così. In alcuni punti i rami delle conifere si intrecciano talmente tanto da impedire il passaggio, tant’è che vengono usate anche dagli abitanti per fare siepi.

Quello che mi ha stupito di più, è il sottobosco. Un soffice materasso di muschio verde, dove è necessario avvicinarsi per scoprire le numerose specie che lo compongono. Il tutto solcato da ruscelli scuri che allegramente animano la pace profonda trasmessa dalla foresta.

Escursionismo nella Foresta Nera

È stato amore a prima vista. Ho iniziato ad esplorare i suoi numerosi sentieri, scegliendo quelli meno frequentati per scoprire angoli remoti, laghetti nascosti e sperduti o panorami mozzafiato sulle vicine Alpi innevate.

La sua rete sentieristica comprende 24.000 km di sentieri e piccole stradine da esplorare, che raggiungono l’altezza massima di 1493 m sulla cima del Feldberg e permettono di scoprire tutta la regione con innumerevoli combinazioni di percorsi.

Per tutti gli amanti delle attività all’aria aperta è un paradiso di cui posso solo decantare le bellezze.

La condivisione è esperienza ed emozione!

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Come vestirsi per fare canyoning?

Ho prenotato una uscita guidata di canyoning. Cosa metto nella borsa? La risposta è semplicissima. Sarà sufficiente: un costume da bagno una maglia termica (come quelle da sci) o un pile leggero un paio di scarpe da ginnastica da bagnare un asciugamano un paio di ciabatte Maglia termina per fare canyoning La maglia termica è utile in quanto fornisce una protezione in più dal freddo dell’acqua e della forra. Il canyoning, infatti si pratica lungo il corso dei fiumi e dei torrenti, spesso incassati, dove il più delle volte non arriva il sole e l’acqua può essere piuttosto fredda. Inoltre, durante l’attività

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Canyoning in Molise. Il torrentismo nel Matese: Callora e San Nicola

Il Molise esiste ed è bellissimo. Almeno per la parte che ho conosciuto io andando per torrenti: il Matese. In questo pezzo di regione, ci sono due forre poco conosciute che sono due piccoli gioielli: il Callora e il San Nicola. Il primo si trova a Roccamandolfi e il secondo a Guardiaregia all’interno di un’oasi del WWF. Canyoning in Molise: torrentismo al Callora Il Callora più lungo, meno verticale e con tuffi e toboga, il secondo, un solo tuffo ma con calate alte, in particolare con una sequenza di tre calate molto belle di cui le ultime due di 30

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Cosimo Chiesa

Il tuffo nelle uscite canyoning

Sarà ormai una decina di anni che pratico il canyoning e credo di essere cresciuto molto tecnicamente ed aver accumulato una buona esperienza ma continuo ad avere problemi con i tuffi. Non mi fraintendete, non è che non mi tuffo, ma semplicemente mi costa molto superare una certa altezza (e non stiamo parlando di 20 metri). Non voglio citare l’altezza esatta in questo articolo perché, alla fine, non è importante da quale altezza si salta. Ognuno ha i propri limiti per cui per alcuni un tuffo inizia ad essere problematico a 5 metri per altri a 10 metri. I tuffi

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