Nell’immaginario collettivo, tra i possibili scenari catastrofici del futuro, uno dei peggiori è senza dubbio quello di vivere un collasso socio-economico. L’argomento è molto complesso ed esistono al riguardo diversi studi in cui sono sviluppati modelli e teorie, in ambiti e discipline differenti come economia, sociologia, politica, antropologia e filosofia.
Oggi tendiamo a una visione pessimista, presupponendo un collasso inevitabile. Potrebbero volerci pochi anni, oppure decine, prima che la situazione peggiori: non possiamo prevedere gli andamenti globali, né evitare crisi di stato, ma nel nostro piccolo possiamo prepararci al “durante” e “dopo” del crollo economico.
Il primo passo è proprio quello di iniziare a fare delle scelte prudenziali.
Alcuni consigli per prevenire e affrontare un collasso economico.
Possiamo approfittare subito della buona economia e accumulare in modo preventivo competenze e risorse utili a garantirci una sussistenza futura, per il momento in cui le cose cambieranno. Imparare nuovi e vecchi mestieri facilmente spendibili (cucinare, riparare, suonare) che possano servire nel momento di crisi. Se si è in possesso di terreni o campagne è bene imparare la coltivazione e tutti i lavori legati al mondo dell’agricoltura ed allevare gli animali.
La società moderna porta al consumismo sfrenato, ma attenzione a non esagerare: in un’ottica di collasso economico i consumi vanno ridotti, si deve risparmiare fino a una soglia di tenore di vita comunque dignitoso.
Diventa importante riutilizzare e riciclare, nel senso di riparare e non gettare gli oggetti o le apparecchiature, e di recuperare gli scarti non deteriorabili derivanti dalle nostre attività.
Sarà molto utile tenere da parte strumenti informatici e di comunicazione funzionanti, per esempio un vecchio cellulare, una radio, un televisore, un pc, così da restare informati in futuro su eventuali opportunità.
Mantenere un aspetto curato, conservare anche abiti decenti per nascondere lo status di povertà e introdurvi in ambienti più ricchi.
Tenersi informati sulle leggi in vigore, che potrebbero cambiare soprattutto durante e dopo l’emergenza e seguire i provvedimenti e le ordinanze. Prevenire lo sciacallaggio dei beni che si posseggono: saranno preziosissimi in tempi di crisi.
Fondamentale è avere o crearsi una struttura mentale (forma mentis) per “saper ricominciare”. Il modo migliore è adottare una filosofia di downshifting ovvero una semplicità volontaria di stile di vita: vivere in semplicità. Questa corrente di pensiero sposa la scelta di preferire una maggiore disponibilità di tempo libero al miraggio di possibili brillanti carriere professionali.
Noi, come preparatori per eventi catastrofici (preppers) ne possiamo cogliere il significato del riscoprire determinati elementi importanti alla sopravvivenza economica:
- Valori: in una società povera è importante rivalutare i valori umani. Aiutarsi ed essere altruisti piuttosto che egoisti, cooperare e non farsi concorrenza agevola i rapporti sociali.
- Natura: la riscoperta della natura, dei ritmi lenti, del benessere della vita all’aria aperta. Riappropriarsi della Natura e di tutte le risorse che ne derivano. Ne troveremo un guadagno in termini di adattamento in previsione di una scelta di fuga dalla città.
- Luoghi: valorizzare e sostenere l’economia locale, consumare i prodotti locali evitando costi legati ai trasporti. Un tornaconto per la comunità dove ci troviamo solleva anche la nostra economia.
In una situazione di povertà vera e propria, le priorità della sopravvivenza restano i beni di prima necessità, a partire dagli alimenti. Attenzione alle risorse d’acqua e di cibo, l’ideale è avere scorte preventive non deperibili per eventuali forti carenze o particolari emergenze (privatizzazione dell’acqua, contaminazioni o guasti alle condutture). Necessitano di accorgimenti anche la salute e l’igiene: in città l’assistenza sanitaria può diventare critica, tenete protetti e puliti voi stessi e l’ambiente in cui siete.